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Ricerca
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Telaio didattico
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Corvo nero
Corvo di cm 14 rappresentato in piedi dentro una nicchia irregolare lunga cm 25 e alta cm 30.
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Corvo nero
Statuetta alto cm 15, lungo cm 17 raffigurante un corvo appollaiato su un sostegno.
La storia che ha dato 'vita' a questo manufatto è ambientata a S. Michele (frazione di Piazza al Serchio) ed ha come protagonista la Contessa Matilde di Canossa che, arrivata al paese andò a vedere il castello, dove trovò una brutta statua del corvo e lo gettò via. Questi iniziò a volare e cospargere il paese di una polvere nera, facendo ammalare gli abitanti e uccidendo anche tutti i soldati. Ancora oggi si crede che nel castello, nascosta, ci sia la statua di pietra del corvo.
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Licci
l liccio è una parte di un telaio da tessitura che serve al movimento dei fili di ordito.
Compito dei licci è aprire il passo. Nel caso dell'armatura a tela, la più semplice, aprire il passo significa dividere le due serie di fili dell'ordito portando, alternativamente, la serie pari verso l'alto e contemporaneamente quella dispari in basso. Questo movimento di abbassamento e sollevamento, che incrocia le due serie di fili, serve a bloccare il filo di trama tra quelli dell'ordito e quindi a costruire il tessuto.
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Raccolta di testi di maggi
Testi pubblicati dal 'Centro tradizioni popolari' della provincia di Lucca
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Spada e scudo
La spada è lunga cm 40 ed ha una impugnatura che termina con dei nastrini colorati.
Lo scudo, piccolo e a forma di cuore, è un elemento molto importante del costume poiché è lo strumento principale utilizzato durante i duelli.
Il combattimento con le spade e lo scudo è un aspetto che non può mancare. Adopera una frequenza fissa di movimenti ritmici che assomiglia ad una danza.
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Interviste sul Folklore Piemontese
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Ricerca di Antropologia culturale
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Abito maschile di maggiante completo di elmo e piccolo scudo
Pantaloni neri di velluto tenuti da cintura, con blusa senza maniche blu e corto mantello rosso ed elmetto come copricapo. Il taglio dei pantaloni è piuttosto ampio e, nella parte terminale, poco sopra l'orlo, questi presentano nastrini zig-zagati dorati applicati. Alla blusa è stato applicato sul davanti un quadrato della stessa stoffa dei pantaloni arricchito di decori di passamaneria dorati fissati con cucitura a formare un fiore geometrico iscritto nel quadrato e ravvivato da piccoli lustrini circolari in ottone e vetro. Agli angoli superiori del quadrato sono applicati due motivi decorativi (piccoli uccelli?) ricoperti di paillettes in vari colori. All'altezza del collo sono cuciti tre fiocchetti di raso rosso. La cintura è in cuoio con borchie metalliche in parte arrugginite. Il mantello è orlato con passamaneria dorata e applicato alla blusa all'altezza delle spalle con due spille in bigiotteria dorata a forma di cuore perlaceo.
L'elmetto è stato ricavato dalla trasformazione di un elmetto da sicurezza originariamente in plastica rossa al quale è stata applicata una cresta in legno rifinita con striscia di cuoio solo nella parte posteriore e ravvivata da onde stilizzate celesti e rombi rossi. Sulla sommità della cresta sono stati applicati nastri di raso in vario colore di circa 30 cm di lunghezza tenuti insieme da una vite. La visiera dell'elmetto, resa mobile da due opposte rondelle con vite a mo' di pennacchio, è stata realizzata con cinque strette bande di latta (alternativamente celesti e metallizzate) unite tramite unica striscia centrale in bianco. Il fissaggio avviene attraverso filo di ferro intrecciato.
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Sala del Maggio
Il maggio drammatico è una forma affascinante di teatro popolare cantato, il quale ha avuto, nella valle del Serchio e nelle zone circostanti, un ruolo culturale assai importante. Nel corso di due o tre ore e con l’aiuto di un suggeritore e di uno o più musicisti, una decina di “maggianti” (attori cantanti in costume tradizionale) recitano testi narrativi scritti in versi su temi soprattutto cavallereschi. Fino a qualche decennio fa le recite avvenivano durante il mese di maggio, quando lo permettevano i lavori campestri. Si racconta che in passato ogni paese aveva la propria compagnia, il proprio testo prediletto, il proprio modo di canto e uno spazio adatto dove mettere in scena il maggio, magari nell’ombra di un castagneto, nell’angolo di un prato o nella piazza locale.
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Interviste sul folklore in Canavese
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Raccolta di racconti sul fantastico nell'immaginario comune nei paesi di Virle Piemonte, Carignano, Oncino, Macello, Garzigliana
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Ricerche
Politecnico di Torino
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Ricerca
Università di Pisa
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Ricerca sul folklore piemontese: Cavour
Politecnico di Torino, Facoltà di architettura
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Semiotica: ricerca folklorica
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Racconti della tradizione pralormese raccolti nell'estate 1999
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Valle d'Aosta: leggende, racconti, credenze raccolte nella primavera del 1999
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Ricerche nella zona di Ayas
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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Masche, stregonerie e racconti nelle Langhe e nel Roero
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura
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La Masca di Neive (Cuneo)
Politecnico di Torino
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Ricerca
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura