Oggetto cilindrico in legno di lunghezza cm 46 e diametro di cm 9, inserito nelle spalle posteriori del telaio tramite dei fori che lo fanno girare su se stesso; ha la funzione di avvolgere i fili precedentemente preparati con l'orditoio.
E' munito di un sistema frenante che permette di bloccarne il funzionamento.
L'ordito (filo) deve essere arrotolato in modo ordinato e con uguale tensione.
Pantaloni neri di velluto tenuti da cintura, con blusa senza maniche blu e corto mantello rosso ed elmetto come copricapo. Il taglio dei pantaloni è piuttosto ampio e, nella parte terminale, poco sopra l'orlo, questi presentano nastrini zig-zagati dorati applicati. Alla blusa è stato applicato sul davanti un quadrato della stessa stoffa dei pantaloni arricchito di decori di passamaneria dorati fissati con cucitura a formare un fiore geometrico iscritto nel quadrato e ravvivato da piccoli lustrini circolari in ottone e vetro. Agli angoli superiori del quadrato sono applicati due motivi decorativi (piccoli uccelli?) ricoperti di paillettes in vari colori. All'altezza del collo sono cuciti tre fiocchetti di raso rosso. La cintura è in cuoio con borchie metalliche in parte arrugginite. Il mantello è orlato con passamaneria dorata e applicato alla blusa all'altezza delle spalle con due spille in bigiotteria dorata a forma di cuore perlaceo.
L'elmetto è stato ricavato dalla trasformazione di un elmetto da sicurezza originariamente in plastica rossa al quale è stata applicata una cresta in legno rifinita con striscia di cuoio solo nella parte posteriore e ravvivata da onde stilizzate celesti e rombi rossi. Sulla sommità della cresta sono stati applicati nastri di raso in vario colore di circa 30 cm di lunghezza tenuti insieme da una vite. La visiera dell'elmetto, resa mobile da due opposte rondelle con vite a mo' di pennacchio, è stata realizzata con cinque strette bande di latta (alternativamente celesti e metallizzate) unite tramite unica striscia centrale in bianco. Il fissaggio avviene attraverso filo di ferro intrecciato.
Attrezzo domestico, di piccole dimensioni, generalmente di legno, fornito di una piccola ruota mossa da una più grande per mezzo di una corda di trasmissione azionata da un pedale che permette la rotazione del rocchetto su cui si avvolge il filo e alle alette che provvedono a distribuirlo regolarmente sul rocchetto stesso.
La filatrice prepara la rocca e la colloca su un piedistallo. Prende poi il fuso ad alette, applica il rocchetto e fissa sull’asse del fuso la carrucola. Colloca il tutto negli appositi sostegni e applica la cordicella di trasmissione. Per filare la filatrice fa andare il pedale che fa girare la ruota più grande, con la mano destra tira la materia da filare mentre la ruota più piccola azionandosi va a sistemare il filo sul rocchetto.
Utilizzato per ridurre le matasse di filo in gomitoli o bobine, per la tessitura o il lavoro a maglia.
L'aspatura consente di avvolgere il filo sul fuso o sulla spola del filatoio in matasse. L'aspo è in legno ed è costituito da un base ad H sul cui asse centrale è fissato un supporto verticale. Questo regge tramite due apposite gole, l'asse rotante, in cui sono inseriti perpendicolarmente quattro bracci, che terminano con piccole traverse arrotondate , su cui si appoggiata la matassa. L'aspo funziona per mezzo di una manovella posta ad un'estremità dell'asse rotante.
Giocattolo lungo cm60, interamente in celluloide, con arti mobili applicati al tronco con legamenti interni, così come il capo. L' abbigliamento in lana è stato realizzato a maglia circa nella stessa epoca del bambolotto.
E' vestito con una camicina di cotone ricamata ai bordi, con un colletto traforato; sopra la camiciola indossa un maglioncino di lana abbottonato davanti lavorato a maglia. La cuffietta è di cotone bianco allacciata sotto il mento e con i bordi arricciati. Le calzine di lana sono legate alla caviglia da un cordoncino.
Statuetta di 17 cm per una circonferenza di cm 28 che rappresenta il Buffardello, ( chiamato anche piffardello, baffardella, baffardelle, bafarded, bafarded, beffardello...), un folletto presente nella tradizione della Val di Serchio, Garfagnana, Versilia (Provincia di Lucca) e della Lunigiana (province di Massa Carrara e La Spezia).
La descrizione (disegno) e la successiva lavorazione in argilla, è stata creata da uno dei ragazzi dell'Istituto artistico, che si è basato, però, su alcune delle molteplici descrizioni popolari di questo poliedrico personaggio, ascoltando i vari racconti orali raccolti e disponibili in forma digitale presso il Museo.
Lo rappresenta seduto, col cappello , le scarpe, il naso adunco e il mento pronunciato .
Veniva utilizzata per il trasporto a spalla di fieno o foglie. Una variante più piccola veniva portata dalle donne sulla testa.
E' formata da un cerchio maggiore di base di castagno parzialmente decorticato e trafilato; il cerchio minore è costituito da un fascio di salici non decorticati. Anche gli elementi verticali ed orizzontali sono in salice.
Portate di castagno decorticato e parzialmente trafilato; armatura di castagno non decorticato; manico di castagno decorticato e parzialmente trafilato. Armatura e manico sono fermati fra loro per mezzo di due chiodi.
Usato per la semina delle patate, per la raccolta e il trasporto delle mele, dei lamponi e della frutta in genere.
Presenta un fondo intrecciato a stuoia, con stecche di castagno che si prolungano a rinforzare le pareti. Queste ultime sono anch'esse rivestite di trame in castagno. La corbella è completata da due manici molto corti ai lati.
Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura.
La ricerca contiene racconti provenienti da alcune località del Piemonte , un estratto de "La donna non è gente" di A. Guiducci e tre estratti della rivista "Vita in campagna" (Settembre 1993, n.9 - Ottobre 1993, n.10 - Aprile 1994, n.4)